ENRICO COLOMBOTTO ROSSO

 

Nato a Torino nel 1925, si è spento il 16 aprile 2013

a Casale Monferrato.

Diventa presto uno dei protagonisti di spicco dell’ambiente pittorico torinese frequentando, giovanissimo, poeti e letterati.

 

 

Nel 1948 si registra l’incontro fondamentale con Mario Tazzoli con il quale apre la Galleria Galatea, dove entrerà in relazione con artisti come Giacometti, Bacon e Balthus. A partire dagli anni Cinquanta, Colombotto Rosso inizia a viaggiare; a Parigi, conosce Leonor Fini, Stanislao Lepri, Max Ernst, Dorothea Tanning, Konstanty A. Jeleński. 

 

 

La sua irrequietezza e il desiderio di conoscenza lo conducono attraverso l’Europa, da Madrid fino agli Stati Uniti, a New York, dove ha occasione di conoscere John Huston, Jean Genet, Eugène Jonesco, Andy Warhol e Albrecht Becker. 

 

 

Nel frattempo tiene importanti mostre personali nelle più prestigiose sedi pubbliche e private. Considerato tra i maestri del movimento “Surfanta”, Colombotto è regolarmente presente con le sue opere agli appuntamenti d’arte più noti, sia in Italia sia in altri paesi europei e negli Stati Uniti.

La sua “corte dei miracoli”, il suo “mondo stravolto”, come li definì Testori, affascinano il pubblico e la critica. Quello di Colombotto è un universo caratterizzato da un onirismo grottesco, drammatico e sensuale. Elementi macabri e visionari si ritrovano anche nelle scene teatrali realizzate per Le Jeu du massacre di Jonesco e per La Danza di morte di Strindberg.